È una grave setticemia sostenuta dal batterio Pasteurella multocida che può colpire tutti i volatili domestici e diffusa da veicoli diversi : saliva, bevanda, cibo, escrementi, insetti. L’agente infettivo può resistere a lungo nell’ambiente risvegliandosi specialmente nel periodo estivo-autunnale. Negli allevamenti campagnoli la malattia presenta spesso
andamento acutissimo tanto da aversi la morte dei soggetti dopo poche ore di malessere generale. Negli allevamenti industriali, invece, il colera si presenta di rado e saltuariamente causando di quando in quando qualche morte improvvisa. Soltanto qualche volta i colpiti soggiaciono ai soliti sintomi in precedenza indicati, più spesso, data la rapidità del decorso, l’animale muore senza apparente deperimento e persino col gozzo ripieno di cibo. Una circostanza che permette di distinguere questa malattia da altre (compresi certi casi di gravi avvelenamenti) è quella che i colpiti non muoiono mai contemporaneamente ma si ha una specie di stillicidio per diversi giorni e per gruppi diversi di animali.
In pochissimi casi si può avere la guarigione spontanea però sempre con residue alterazioni alle ali ed alle zampe.
Eseguendo la autopsia si riscontra il fegato e la milza ingrossati ed il primo tutto cosparso di punticini giallastri.
Tenuto presente che questo male é spesso legato a particolari condizioni ambientali di determinate zone ove suole comparire quasi ogni anno, non si tarderà a prendere le solite precauzioni: isolare, o meglio uccidere subito i primi colpiti, interrare profondamente le carogne, disinfettare il pollaio, i suoi annessi e terreno circostante, medicare l’acqua da bere con sulfachinossalina.