Per la sua grande diffusibilità e per l’alta mortalità che arreca (anche dell’80 %), é considerata la più grave setticemia che possa colpire i pulcini: questi, o furono contagiati dalla presenza di altri o nacquero da uova provenienti da galline portatrici del nefasto Salmonella pullorum, donde anche il nome di Salmonellosi con cui il morbo é indicato: compare di solito nella prima settimana di vita e non oltre la quarta; il decesso si verifica al secondo od al terzo giorno di malattia. È cosa poi ben nota che la maggior percentuale della cosidetta mortalità in guscio, durante la incubazione, va imputata all’uso di uova aventi il germe contagiato.
I primi sintomi sono offerti dal piumaggio opaco ed arruffato, dalle ali cadenti, da apatia, sonnolenza, scarso o punto appetito, frequenti stimoli di bere, tremori, gonfiezza del ventre e soprattutto da ripetute scariche diarroiche biancastre cremose che, raggruppandosi attorno all’ano, spiegano il nome di calcinaccio con cui il malanno è indicato nelle campagne. Anche se i pulcini riescono a sopravvivere rappresentano sempre dei sicuri diffusori dei bacilli che albergano nel loro intestino resosi assuefatto alla presenza di così sgraditi ospiti.
Quei soggetti che in seguito diverranno pollastrelle, continueranno ad emettere uova infette di guisa che il malanno si perpetuerà: é per questo che si consiglia la completa eliminazione dei soggetti colpiti.

Mentre nei pulcini il decorso é acuto, negli adulti é invece cronico : al male non si sottraggono i tacchini, le faraone, i fagiani.
L’allevatore per differenziare questa malattia dalla coccidiosi, terrà presente che la prima compare nei primi giorni di vita mentre la seconda dopo circa quindici giorni.
Sottoponendo alla autopsia il corpo di un pulcino si riscontrano gravi lesioni nei visceri nonché macchie biancastre sul miocardio : nelle galline gli organi colpiti sono in particolare le ovaie i cui eventuali ovuli si presentano raggrinziti e di tinta grigio-bruna. Per un sicuro giudizio si invierà con sollecitudine uno o più pulcini deceduti ad un Istituto zooprofilattico.
Altre precauzioni consistono nell’assicurarsi che i pulcini comprati da incubatoi risultino immuni dalla malattia: se la mortalità dovesse oltrepassare il 20% è consigliabile di sopprimere tutti i soggetti e dopo una scrupolosa disinfezione, iniziare l’allevamento da capo. Trattandosi di individui adulti si procederà a ripetute analisi della siero agglutinazione del sangue (da eseguirsi da un veterinario) in modo da evitare di impiegare le loro uova per la cova.
Alla comparsa delle prime manifestazioni del male non si perda tempo nell’asportare ed incenerire così la lettiera che i pulcini morti; l’incubatrice (1) dovrà essere smontata per poter giungere con la disinfezione in ogni sua parte od anfratto; il terreno attorno al pollaio sarà cosparso di calce viva od irrorato con una soluzione di creolina; nè si dimentichi che il Regolamento di Polizia Sanitaria prescrive la denuncia, sia di questa che di altre precedenti setticemie, al Sindaco nonchè il divieto di vendita di prodotti dell’allevamento infetto.