Questo malanno insorge alle volte durante i mesi invernali allorché i polli vengono tenuti per lungo tempo al rinchiuso ed alimentati copiosamente con razioni ricche di proteina (farina di carne, di pesce, avanzi di macelleria, avena ecc.) e carenti della vitamina A. Nelle articolazioni dei tarsi, delle dita ed alle volte anche alla base delle penne, compaiono, sotto la pelle, piccoli noduletti duri, dolenti, dovuti ad alterato ricambio in modo che l’acido urico ed i suoi sali, od urati, precipitano depositandosi nelle suddette sedi e provocando indebolimento generale, gonfiori ed ostacolo alla deambulazione od al volo; i soggetti camminano saltellando, oppure strisciando al suolo con le dita private della naturale elasticità : quando sono a riposo, tengono sollevata l’una o l’altra zampa.
Dopo qualche settimana le tumefazioni, le cui dimensioni possono andare da quelle di un pisello ad una nocciola, si aprono lasciando uscire un liquido giallastro e di consistenza cretacea : accentuandosi il male insorge la diarrea ed il dimagramento sinché l’animale soccombe per cachessia.
La cura consiste nella tempestiva parziale sostituzione dei pastoni e dei suddetti mangimi tanto più se salati, con molta verdura ed aggiungendo alla bevanda del bicarbonato sodico (15 g in un litro d’acqua) o meglio di carbonato di litio (10 g in un litro) o di acido salicilico (un g in un litro).
Anche i pulcini, specialmente se di importazione, o quelli assoggettati a bruschi cambiamenti di vitto, possono soggiacere ad una forma di gotta viscerale cagione di elevata mortalità.
Congiuntivite
È l’infiammazione della membranella che riveste internamente le palpebre : tutto l’occhio si presenta arrossato
e lacrimoso; ne é cagione l’ambiente antigienico, umido, sporco e con la lettiera in fermentazione. Si lavino gli occhi con un batuffolo di bambagia imbevuto di acqua salata o di infuso di camomilla o di soluzione borica tiepida al 3%. Ma se il male persistesse e si aggravasse, si isolino subito i soggetti colpiti, e si instillino negli occhi ogni giorno alcune gocce di solfato di zinco in soluzione al 0,3% o si insuffli un po’ di calomelano.
Nel caso si osservassero false membrane ed ulcerazioni corneali sarebbe un sintomo del diftero-vaiolo, già descritto.