Peste e pseudopeste
La prima, detta classica, da parecchi anni non è stata da noi più osservata e pertanto si tralascia dal descriverla: ben diverso è il caso della seconda che ne è una varietà e che venne molte volte confusa con la laringotracheite avente sintomatologia affine.
L’agente specifico lo si ritiene un virus filtrabile e come tale visibile solamente con un microscopio elettronico.
Le prime dolorose avvisaglie si ebbero nel 1925, ma fu nel 1940 che il malanno assunse in molte località il carattere di panzozia così da costituire un vero terrore per chi possedeva dei pollai e gran parte di essi vennero purtroppo decimati: in seguito, pur continuando a serpeggiare, subì un declino un po’ dovunque. La sua comparsa si verifica
specialmente nel periodo estivo-autunnale e non risparmia nessun tipo di allevamento sia rustico che industriale e quando è in atto non c’è nulla da fare tanto la sua azione deleteria, è immediata ed impressionante: i soggetti giovani risultano così sensibili da dare una mortalità anche del 100%!
Sono poi particolarmente ricettivi i tacchini, la qual cosa dovrebbe ammonire gli allevatori a non permetterne la convivenza con i polli: molto meno lo sono le faraone, i pappagalli ed i passeracei in genere.
I primi sintomi sono quelli consueti ad altre malattie infettive: piumaggio opaco ed arruffato, mancanza di appetito, sete ardente per la notevole elevazione termica, grave prostrazione, tremori, debolezza degli arti, cianosi delle parti carnose della testa, diarrea a cui ben presto fanno seguito altre manifestazioni tipiche: fuoriuscita di catarro grigiastro dalle narici, fatti paralitici, rantolo laringotracheale, dovuto ad ingombro di muco e di pseudo membrane, becco tenuto quasi sempre aperto.
A differenza della corizza manca la infiammazione congiuntivale: l’animale si apparta sonnolento assumendo alle volte una strana posizione assisa, da pinguino, finché allunga il collo, reclina il capo e soccombe per fatti asfittici: mentre nel colera la morte é improvvisa, nella pseudopeste la stessa non si verifica che qualche giorno dopo l’aggravarsi del male. I pulcini vengono colpiti solamente dopo 10-12 giorni dalla nascita allorché vien meno la naturale immunità: dato l’affollamento che sempre si ha nelle batterie si comprende come quivi il male possa diffondersi con maggiore facilità. Quei soggetti che riescono a guarire possono tirare avanti per 6-12 mesi, é però utile precauzione quella di scartarli in quanto non si può mai escludere che divengano pericolosi propagatori del virus o che finiscano col soggiacere a gravi alterazioni nervose.
Eseguendo l’autopsia si riscontrano lesioni alle vie respiratorie, accentuata infiammazione del proventriglio ed ulceri emorragiche sulla mucosa intestinale.
La diffusione del virus é veicolata dagli alimenti, dalla bevanda, dagli escreti, dalla lettiera (tutti contaminati dal catarro), dagli uccelli che si portano dagli allevamenti rustici, infetti, ad altri sani, dalle uova da cova provenienti da galline ammalate, ed anche dallo stesso personale addetto alla pulizia, con le scarpe, le scope e quanto altro venuto a contatto del materiale infetto, imballaggi per uova compresi.
La pseudopeste è malattia che deve essere denunciata all’autorità sanitaria.
Per limitare l’estendersi del male si seguano le norme consuete : si uccidano i soggetti più gravi e si isolino gli altri per almeno 15 giorni: si disinfetti il locale e si obblighino i polli a bere soltanto acqua medicata in uno dei modi già esposti. L’alimento sia parco ma sostanzioso ed addizionato del complemento minerale e vitaminico. Prima di acquistare dei soggetti accertarsi che non provengano da zone infette e possibilmente si cerchi di avere l’assicurazione che sono stati vaccinati.
La terapia, come per tutte le malattie virali, non è possibile: non rimane quindi che la preventiva profilassi della vaccinazione, da estendersi a tutti i soggetti dell’allevamento, e resa possibile in quanto esistono oggi diversi vaccini di sperimentata efficacia e di vario impiego (1).
(1) Alcuni sono preparati col procedimento dell’embrione di pollo che, in succinto, è il seguente : si prende un uovo di pollo fecondato e da qualche giorno in cova, di guisa che l’embrione venga a trovarsi in piena fase di evoluzione; su di esso si semina del virus pseudopestoso ricavato da un animale ammalato; i microrganismi in esso contenuti rapidamente vi si moltiplicano così da poterli poi utilizzare a scopo di studio o per prepararne i vaccini.
1) Vaccino oculo-nasale: è il più pratico perché di facile applicazione anche per pulcini appena nati, questi, infatti, anche se provenienti da galline sane e vaccinate, non acquistano immunità ma soltanto un certo grado di resistenza; la vaccinazione la si attua al decimo giorno di vita inoculando nell’occhio due gocce del liquido, da ripetersi 60 giorni dopo e successivamente al 135m0 giorno. Nel caso che la vaccinazione sia stata fatta il giorno dopo la nascita, la si dovrà ripetere al 30- giorno : ne consegue che i soggetti da carne riceveranno una sola vaccinazione, mentre le pollastrelle una ogni tre mesi e sempre agendo in modo che l’intervallo coincida con la deposizione.
2) Idrovaccino: 50 dosi vaccinali si aggiungono ad un litro d’acqua da bere somministrata in un abbeveratoio a sifone e di vetro. Questo procedimento è pratico e spiccio e quindi particolarmente indicato per i grandi allevamenti sia in batteria che a terra per i quali quello a gocce risulta lungo ed oneroso; é facile però comprendere che può però rendersi aleatorio in quanto mancherà sempre la certezza che ogni soggetto beva la quantità d’acqua richiesta entro le 5 ore, perché nelle successive il vaccino diminuisce la sua attività: da aggiungere che parte di esso va disperso lungo il canale intestinale: si consiglia comunque di togliere gli abbeveratoi 4-5 ore prima della cura in modo da assetare i soggetti e del pari sospendere l’apprestamento del mangime.
La prima vaccinazione ai pulcini si eseguisce a 5-7 giorni di vita, ripetendola al 250-300 giorno ed infine dopo due mesi.
L’acqua da bere dev’essere pura (meglio se piovana) ed assolutamente immune da precedenti aggiunte di sostanze medicamentose.
3) Vaccino spento: è totalmente innocuo e lo si può adoperare per polli di qualsiasi età, anche in deposizione, mediante iniezione profonda nei muscoli della coscia; l’immunità ha luogo dopo 12-15 giorni ed è di lunga durata cosicché non si rendono necessari successivi interventi; esistono siringhe a riempimento automatico e per iniezioni a ripetizione che agevolano assai la manualità.