È caratterizzata, come quella umana, da un batterio che si insedia in vari organi producendovi i caratteristici tubercoli e conseguente degenerazione dei tessuti.
È diffusa in tutto il mondo ed in alcuni paesi assai più che da noi: mentre si può ritenerla ignota negli allevamenti industriali, compare sporadicamente in quelli rurali: in-teressa comunque assai meno di altri morbi perché essendosi notevolmente ridotto il ciclo economico dei polli essi vengono sacrificati prima che il male abbia modo di manifestarsi.
È comune a tutti gli animali e tra i volatili, oltre ai tacchini, colombi, fagiani, sono quanto mai ricettivi i pappagalli.
Il contagio si verifica a mezzo degli organi della respirazione e digestione attraverso a cui con l’aria o con i cibi e la bevanda inquinata, entrano i ben noti bacilli specifici. È un male prevalentemente cronico e quindi le manifestazioni si appalesano quando é assai avanzato : all’inizio esse sono comuni ad altre malattie, si nota cioé prostrazione, accentuato dimagramento, tanto che negli ultimi stadi i tapini si riducono a pelle ed ossa, nonostante non venga meno l’appetito, la temperatura segna sempre un lieve aumento, la cresta ed i bargigli si decolorano e spesso nelle articolazioni compaiono delle tumefazioni; verso la fine, le feci si fanno diarroiche e sanguinolente: la morte avviene per cachessia.
Gran parte delle uova deposte risultano infette. La certezza della diagnosi non si può quindi avere che dalla reazione positiva con una piccola goccia di tubercolina aviare,
che iniettata nella cresta od in un bargiglio, dopo 24-48 ore, se il pollo é ammalato, li fa gonfiare; oppure dall’esame necroscopico degli animali, specialmente del fegato, della milza e dell’intestino che si presentano cosparsi di numerosissimi noduletti biancastri, grandi quanto un grano di miglio o di un pisello, veri focolai di germi. Assai più degli antibiotici giova la profilassi della soppressione degli ammalati e l’accurata disinfezione.
La tubercolosi aviare non é pericolosa per l’uomo, ma sensibilizza bovini e maiali, che risultano positivi ai tests tubercolinici.