Diftero-vaiolo
Si identifica forse con l’epitelioma contagioso che già nel passato era solito comparire con una certa frequenza negli allevamenti di campagna, specialmente nella stagione estivo-autunnale, mentre negli attuali allevamenti può presentarsi
in qualsiasi periodo dell’anno tanto più se favorito da avverse condizioni di temperatura, umidità, aerazione, alimentazione e carenza della vitamina A.
Colpisce anche i tacchini, fagiani, colombi, quaglie e canarini, raramente i palmipedi; nei pulcini solitamente non si verifica prima che abbiano 4 settimane di vita.
E’ dovuto ad un virus filtrabile e si propaga sia direttamente a mezzo delle false membrane o del pus, sia inderettamente col tramite della bevanda., del cibo, delle feci e del terreno infetto. Veicoli importante della malattia sono pure le zanzare che, con le punture, trasmettono l’infezione dai soggetti infetti a quelli sani.
Il decorso può essere sub-acuto (3-5 giorni) oppure cronico (3-5 settimane). La mortalità, specialmente nei giovani, per la minore resistenza organica, risulta sempre assai elevata (anche del 70% e più) mentre negli adulti può scendere assai 5-15-20%): vi sono razze, come la Livornese meno recettive rispetto ad altre, come la New Hampshire. Si nota pure arresto di sviluppo e della ovodeposizione (per 3-4 mesi).
La malattia si suole presentare nelle seguenti due forme:
1. Difterica che a sua volta, a seconda delle manifestazioni, si distingue in:
a) orale: sulla mucosa della bocca e faringe compaiono delle placche (non crostose) che a poco a poco confluendo finiscono col dare origine ad una pseudo membrana trasudante un liquido bianco-grigiastro e causa di difficoltà nella prensione del cibo e della respirazione; tutta la regione è infiammata e resa dolorosa, il soggetto è triste, non mangia ed alle volte presenta diarrea.
La terapia è sintomatica: pennellare, con una piuma, la mucosa arrossata con una miscela di tintura di iodio (p.1) e glicerina (p.3): il pollo vien fatto tenere disteso su di un tavolo da un aiuto.
Per i soggetti apparentemente sani si ricorre al più presto alla vaccinazione, come si dirà più innanzi;
b) nasale: dalle narici cola un liquido sieroso; giovano inalazione di antibiotici assai più efficaci delle instillazioni di preparati a base di essenza di eucaliptolo.
e) oculare: tutte le parti dell’organo visivo sono arrossate e tumefatte, così che alle volte si può arrivare alla cecità. Cura: con un batuffolo di cotone imbevuto di acido borico al 3%, o con altro collirio (es. nitrato di argento all’1:400) si asporta il secreto mucoso.
2. Vaiolosa: questa forma apparentemente più impressionante della precedente è in realtà meno temibile, tanto che spesso il malanno scompare senza conseguenze; è caratterizzata dalla comparsa di noduletti, dapprima biancastri e poi nerastri, su tutta la faccia ed altri organi, zampe comprese.
Occorre prendere le consuete precauzioni di isolamento e disinfezione.
Nelle regioni caldo-umide, ove la malattia può presentarsi più di frequente, è consigliabile sottoporre le galline alla vaccinazione antivaiolosa, da eseguirsi possibilmente da agosto ad ottobre quando le ovaiole sono in fase di diminuita deposizione perché si osserva sempre una conseguente viva reazione.
Per i soggetti da carne alle volte si può anche tralasciarla dato il loro breve ciclo vitale. Per gli allevamenti in batteria si interviene quando i pulcini hanno circa 3 settimane. I polli che siano stati vaccinati acquistano la immunità per 9-10 mesi: occorre assicurarsi che il vaccino sia di recente preparazione.
Tra i vaccini in commercio vi è pure quello della Behringwerke ottenuto su colture cellulari e non su uova embrionale, così che viene eliminato ogni timore di eventuali trasmissioni di malattie veicolabili con l’uovo embrionato.
Detto vaccino si inietta con agopuntura: la validità di conservazione è di un anno e va tenuto in frigorifero a 4 0C. La stessa Casa prepara pure il bi-vaccino che oltre a conferire la immunità per tutta la vita nei riguardi del difterovaiolo, esplica pure un’azione preservativa contro la pseudopeste immunizzando il soggetto per la durata di 3-4 mesi purchè in precedenza abbia subito il trattamento base mediante l’idrovaccino o con quello oculo-nasale.
Da tenere presente che sintomi affini a quelli sopraindicati possono riscontrarsi in conseguenza di grave carenza della vitamina A (cheratomalacia), però il decorso è molto lento.